Questa non è (solo) una bombetta – È arte ed erotismo

Questa non è (solo) una bombetta – È arte ed erotismo

Oggi mi ispiro a uno dei maestri del surrealismo, René Magritte, indossando la bombetta, cappello che amo già da molto tempo, da quando anni fa ho letto L‘insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera.

Il figlio dell’uomo, 1964, René Magritte.

 

Il figlio dell'uomo René Magritte

 

René Magritte (1898-1967) è un artista belga, uno dei più grandi pittori surrealisti del Novecento il cui tratto estetico distintivo, nella vita come nei quadri, è la bombetta. L’elegante cappello è quello che Magritte indossava quotidianamente, rendendo la sua figura chic e minimalista, forse per contrastare con il proprio mondo interiore, pieno di mistero e immagini surreali. Il dipinto al quale mi sono ispirata è del 1964 e si intitola Il figlio dell’uomo, una delle tele che probabilmente è impossibile cogliere nel vero significato – per la felicità dell’artista – ma che certamente mette in luce la dicotomia visibile – invisibile tipica di René Magritte. L’uomo rappresentato, apparentemente Magritte, con il proprio stile sobrio e borghese e con una mela che gli copre il viso, potrebbe essere chiunque e noi possiamo solo fare supposizioni, non avere certezze. Trovo che il look dell’uomo sia molto sexy anche per una donna, così ho deciso di vestirmi come l’uomo del quadro, ma tenendo in mano la mela in modo da svelare maggiormente il mio volto: pur vedendolo, potete dire di conoscermi davvero?

Per ispirarmi al dipinto ho indossato una bombetta nera, una camicia bianca Zara, una cravatta bordeaux presa dall’armadio di mio padre e un cappotto nero Enrico Coveri. Ho completato l’outfit indossando dei pantaloni bordeaux Terranova, delle decolleté nere e una borsa con la scritta The Beatles Fixdesign comprata anni fa, che è stata lo stimolo iniziale ad approfondire la musica del famoso gruppo (vedete che la moda è fonte di conoscenza?).

 

 

Magritte mi ha insegnato molto a proposito del rapporto tra immagine e linguaggio, così anche io posso dirvi che quella che vedete nelle immagini non è una bombetta, ma…la fotografia di una bombetta! Sono un’amante di questo tipo di cappello, non solo perché mi rimanda a uno dei miei pittori preferiti, ma anche perché ricordo di averci messo un po’ a trovarla anni fa in un mercatino leccese, quando ancora la bombetta non spopolava in tutti i negozi come negli ultimi anni. Mi piaceva e tuttora mi piace la sua forma signorile, sinuosa ma decisa, che conferisce subito una forte personalità a chi la indossa.

 

Look bombetta Magritte René

 

Allora come adesso ero suggestionata dalla lettura di un libro ormai cult di Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, romanzo dal quale è stato tratto anche un film omonimo che ho visto di recente. Tomáš, giovane medico don Giovanni, è innamorato della fotografa Teresa, ma da sempre ha un rapporto particolarmente intenso con l’amante artista Sabina. Sabina, intellettuale giovane e libera, quando è con Tomáš indossa sempre la bombetta, quasi come fosse un feticcio.

 

l'insostenibile leggerezza dell'essere bombetta

 

 Questo passo mi piace perché dimostra quanto sia labile il confine tra ciò che è serio e ciò che è divertente, tra ciò che è vecchio – il cappello era del nonno di Sabina – e ciò che prende nuova vita e significato, tra ciò che è elegante e ciò che è sexy, tra ciò che è simbolo di cultura e ciò che diventa erotico. Un cappello non è un semplice accessorio, è arte, moda, comicità, eccitazione!

La leggerezza dell’essere per Kundera era data dall’unicità della vita: essendo unica, ogni gesto ha peso lieve, ma proprio quella mancanza di consistenza la rende pesante, perché la vita diventa quasi priva di senso e questo può essere doloroso da sopportare. Nel film, poi, la leggerezza fa riferimento soprattutto ai tradimenti di Tomáš, che Tereza è incapace di tollerare…chi lo sarebbe?

Se anche per noi, come Tereza, è insostenibile la leggerezza dell’essere, ricordiamoci di Sabina: impariamo ad indossare con carisma la sostenibile leggerezza della bombetta.

Un saluto da Rossella.

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