Siamo tutti un po’ Arlecchino e un po’ Pierrot
In questi giorni di Carnevale il mio look è ispirato a due celebri maschere: Arlecchino e Pierrot. In fondo non si celano in noi entrambi questi personaggi? Conosciamoli attraverso l’arte.
Arlecchino: allegria e astuzia ma non solo
Quando pensiamo a lui ci viene in mente un personaggio gioioso e variopinto: è Arlecchino. Si dice che questa maschera della commedia dell’arte abbia avuto origine dalla commistione tra la maschera comica del bergamasco Zanni e i personaggi farseschi francesi. Dotato di grande astuzia, è un personaggio sempre pronto alla burla, un po’ come quella parte di ognuno di noi sempre pronta a ridere e scherzare. Eppure credo che talvolta anche lui come noi abbia qualche preoccupazione e sia meno spensierato, forse per questo non esistono solo Arlecchini (o Arlecchine nel caso del quadro di John Ellys) sorridenti, ma anche l’Arlecchino pensoso di Pablo Picasso!
Pierrot: malinconia e romanticismo ma non solo
Quando pensiamo a questo personaggio con la lacrima nera, scappa una lacrima in ricordo della nostra infanzia: chi non si è mai vestito da bambino da petit Pierrot? Questa maschera, in Italia nata come Pedrolino, rappresenta l’innamorato ingenuo e sognatore che dirige il proprio amore verso chi non lo ricambia, Colombina (che ama Arlecchino), o addirittura verso cose impossibili, la luna! Non siamo anche noi in parte inguaribili romantici quando amiamo qualcosa o qualcuno nonostante tutto? Eppure questo non vuol dire che persone come noi e personaggi come Pierrot – celebre quello dipinto da Antoine Watteau – non abbiano tanti momenti allegri. Ce lo mostra l’illustrazione di Chiostri: basta mettergli uno strumento in mano o anche solo ascoltare della musica per far sorridere il più triste dei Pierrot.
Arlecchino e Pierrot, due anime, le nostre
Ognuno di noi ha in sé le caratteristiche di Arlecchino e Pierrot, due maschere con anime differenti, che trovano spazio in ciascuno di noi. È bello vederle insieme in un quadro di André Derain o di Pablo Picasso, così come viverle ogni giorno dentro di noi. Io nelle foto indosso un abito H&M che combina i due personaggi: a losanghe come Arlecchino, ma in bianco e nero come Pierrot.
E a proposito di Pierrot e Arlecchino, ecco qui una mia fotografia di quando ero piccola, fatta casualmente nello stesso angolo della mia casa, oggi leggermente diversa. Come vedete anche allora coesistevano in me sorriso di Arlecchino e lacrimuccia di Pierrot!
Forse è anche grazie a questa foto che da sempre amo le maschere di Carnevale. Perché Carnevale è il periodo giusto per fare i buffoni e non prendersi sul serio. L’importante è mettere una maschera e indossare un costume che si abbottoni bene.
“Sst, sst, giullare, abbottona la casacca, si vede la pelle nuda del filosofo!”
dice Stanislaw Jerzy Lec, ed è proprio vero: basta poco per capire che dietro un saltimbanco non c’è altro che un saggio. Allora a Carnevale copriamoci bene come giullari e nessuno scoprirà che in realtà siamo dei filosofi.
Un saluto da Rossella.
Straordinaria…Chapeau!!!
Grazie mille 🙂