Frida Kahlo e il “selfie” simbolico

Frida Kahlo e il “selfie” simbolico

Oggi il mio look è ispirato ad una delle mie artiste preferite, Frida Kahlo, la professionista degli autoritratti. La sua è una storia di dolore e forza, ma riesce a donarci la gioia dell’arte.

 

 

Frida Kahlo Autoritratto con collana di spine e colibrì

 

Frida Kahlo (1907-1913), pittrice messicana nata in un sobborgo di Città del Messico, negli ultimi anni è tra le donne più amate e popolari del mondo dell’arte. La vita di Frida Kahlo non è facile sin dal principio, poiché in tenera età si ammala di poliomelite, malattia che le causa una leggera deformazione del piede destro. Quando nel 1922 si iscrive alla “Escuela Nacional Preparatoria” con l’ambizione di diventare medico, non sa che nel proprio cammino invece avrà a che fare con i dottori in veste di paziente. Nel settembre del 1925, infatti, l’autobus sul quale viaggia si scontra con un tram e viene ferita in modo grave. L’incidente, nel bene e nel male, le cambia l’esistenza: se da un lato arreca dei danni e dei dolori costanti al suo corpo, in particolare alla colonna vertebrale, dall’altro è proprio dopo tale avvenimento che Frida Kahlo comincia a dipingere per affrontare le sofferenze e ingannare il tempo e la noia. Da allora il suo mezzo espressivo privilegiato diventa la pittura e in particolare l’autoritratto, un “selfie” fatto con il pennello. Frida Kahlo afferma:

Dipingo me stessa perché trascorro molto tempo sola e sono il soggetto che conosco meglio.

Tra i diversi autoritratti, non potevo che cominciare proponendovi quello intitolato The Frame, La cornice, in perfetta sintonia con il mio blog!

Per ispirarmi al look di Frida Kahlo ho indossato un vestito verde, una collana super colorata e una treccia elastica, naturalmente con dei fiori tra i capelli! 😉 Tra le mani ho un cuscino fatto a mano che rappresenta la grande artista messicana.

 

Look Frida Kahlo

 

Qualcosa però distingue i suoi autoritratti da quelli di altri pittori, dagli autoscatti o dai moderni selfie che facciamo ogni giorno: che sia buffa, malinconica o seria, mettendoci in posa ci poniamo l’obiettivo di comunicare attraverso l’espressione. Il critico Kettenmann scrive:

Gli autoritratti l’aiutarono a farsi un’immagine della propria persona e a ricrearla sia nell’arte sia nella vita, per trovare una nuova identità. Questo può forse spiegare il motivo per cui gli autoritratti presentano solo piccole differenze. Con il volto sempre uguale, come una maschera che quasi non lascia trapelare alcun sentimento o stato d’animo, la pittrice volge lo sguardo verso lo spettatore. […] Se ci si vuole occupare della sua opera e dei suoi moventi, bisogna innanzitutto decifrare i simboli da lei utilizzati.

A suggerirci le sofferenze, quindi, spesso non è il volto di Frida, ma sono i particolari raffigurati – connotati da forte simbolismo. Le sofferenze sono fisiche e amorose, perché Diego Rivera, artista con cui si sposa, la tradisce costantemente. L’unione tra i tormenti del corpo e della mente è sapientemente raffigurata in uno dei dipinti più simbolici ed emblematici della pittrice messicana, Autoritratto con collana di spine e colibrì. Qui la collana di spine che fa sanguinare il collo è simbolo del suo dolore e la scimmietta che la affianca rappresenta la compagnia della pittrice o, secondo alcuni, si identifica con il suo mancato figlio. Tra i vari dolori, infatti, Frida serba anche nel cuore quello di non poter portare a termine una gravidanza, a causa dei danni provocati dal vecchio incidente. Nella frase:

La vita insiste per essere mia amica, il destino mio nemico

è sintetizzata l’esistenza di Frida, che decide di trasformare le difficoltà in arte, un’arte che usa tanti simboli, perché tanti erano i suoi dispiaceri: se il dolore potesse incarnare un volto, sarebbe quello di Frida.

 

Frida Kahlo quadro Diego nella mia mente

 

Come combatte il dolore Frida? Con le uniche armi possibili, l’amore e la tenacia. Per amore di Rivera supera i torti subiti e per amore della pittura supera i problemi fisici, come quando nel 1953 si reca alla sua prima mostra personale in Messico con l’ambulanza, facendo trasportare il letto in galleria perché le è stato proibito dal medico di alzarsi. La sua esistenza ci insegna a perseguire con fermezza le nostre passioni: se la forza potesse incarnare un volto, sarebbe quello di Frida Kahlo.

E se noi dovessimo premiare uno tra i migliori “selfie” dipinti nella storia dell’arte, sarebbe quello simbolico di Frida Kahlo.

2 pensieri su “Frida Kahlo e il “selfie” simbolico

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