L’abito non fa il monaco, né la Cocotte – Essere o apparire?

L’abito non fa il monaco, né la Cocotte – Essere o apparire?

Oggi mi ispiro al quadro Cocottina di Antonio Donghi e rifletto sulla questione più vecchia del mondo: essere e apparire.

 

Antonio Donghi, Cocottina, 1927.

Cocottina Antonio Donghi Quadro 1927

 

Antonio Donghi (1897-1063) è uno dei grandi pittori italiani che si annovera tra gli esponenti del Realismo magico. Nella  letteratura il realismo magico mescola all’interno della narrazione dettagli magici ed elementi reali, nella pittura rappresenta scene che talvolta possono essere inverosimili, ma spaventosamente realistiche, oppure che semplicemente sono così reali da risultare particolarmente suggestive e spiazzanti.

Quando ho visto per la prima volta il quadro che oggi per me è fonte di ispirazione, mi sono chiesta, perché realismo magico? Poi, però, dopo aver osservato bene la signorina bon ton raffigurata, ho letto il titolo dell’opera e…magia, era una prostituta! E così ho compreso che anche questo quadro intitolato Cocottina, realizzato nel 1927, poteva essere realisticamente e fantasticamente sorprendente. Per ricreare l’outfit della cocotte ho indossato un abito giallo Sisley, un cappello e delle scarpe decolleté marroni. Ho poi abbinato una borsetta di velluto marrone.

 

Look abito giallo Antonio Donghi

 

L’arte, si sa, ha sempre molto da insegnare, e stavolta oltre a suggerirmi un nuovo look, mi ha fatto riflettere sul tema che per eccellenza caratterizza l’uomo: essere e apparire. Lo sguardo docile e pacato della donna dipinta mi ha fatto pensare a un titolo del tipo “Ritratto di mia moglie” o “Ritratto di Donna X”.  Invece la signorina chic e raffinata dal vestito giallo che a primo impatto sembra una donna piuttosto castigata, è una prostituta. Ma certo, perché avevo escluso questa possibilità? Perché non ho tenuto presente il vecchio detto sempre valido “l’abito non fa il monaco”. È vero, spesso una persona che appare sfrontata è davvero un’anima ribelle e spesso un individuo che sembra riservato è anche molto introverso; mai dimenticare, però, che a volte dietro un look sobrio si cela un grande spirito, libero e forte, e che a volte all’outfit più aggressivo corrisponde una personalità timida e fragile. È in questi casi che le apparenze ingannano.

Il bello dell'”apparire” è che puoi farlo a tuo piacimento. Abiti, accessori, profumi, capelli colorati ti consentono di dimostrare quello che sei, oppure quello che non sei ma che ogni tanto vorresti essere. Curare l’apparire ti consente di recitare i ruoli che non sempre fanno parte di te. Il brutto dell'”apparire” è che se si esagera nella corsa per raggiungere la Bellezza, si finisce per arrivare con l’affanno, stanchi e soprattutto frustrati perché si sa che la perfezione non esiste. Vivere pensando solo all’apparire ci rende tristi, non conviene.

Ciò che accomuna l’apparire all’essere è che entrambi ci rendono diversi gli uni dagli altri. Non esiste uomo identico ad altro uomo, donna indistinguibile da un’altra né per fisionomia, né per carattere. Tuttavia come esseri appartenenti alla stessa specie abbiamo tutti sembianze fisiche umane e siamo ogni giorno alle prese con gioie e dolori, speranze e illusioni.

Il bello dell'”essere” è che una vita dedicata all’arricchimento del proprio animo, a mio parere possibile solo respirando cultura e conoscenza, ci consente una cosa semplice ma fondamentale, essere liberi. Il brutto dell”essere” è che “l’albero della scienza non fu mai l’albero della vita”, come scrisse Lord Byron nel Manfred, che detto in parole semplici diventa il famoso “chi più sa più soffre”.

Anni fa ho scritto uno dei miei brevi componimenti che definisco “giochi di parole” o “filastrocche per adulti”.

 

essenza apparenza

 

Sì, “essere” spesso può essere davvero pesante e sarebbe bello alleggerire un po’ noi stessi.  Sebbene in realtà anche essere “solo apparenza” sia deleterio, l’essenza ci vivifica e nobilita, ma ci può anche distruggere. Ed è proprio qui che è importante avere la giusta misura e sfruttare l’apparenza come una sorta di arma di consolazione: uomini, siete tristi? Fatevi belli. Donne, ci sentiamo giù? Mettiamo i tacchi alti per tirarci su.

In fondo Moda in Cornice è questo, un piccolo tentativo di essere e insieme apparire, perché non mi sono mai piaciuti gli sbilanciamenti. L’equilibrio tra essere e apparire è difficile da mantenere, facile sfociare in un  eccesso. È normale e giusto che in alcuni periodi accada di essere più concentrati su una cosa piuttosto che sull’altra ed è per questo che capita di dire “devo assolutamente leggere un libro perché non lo faccio da molto tempo” oppure “devo assolutamente fare shopping perché in questo periodo non ho comprato nulla”. Non si può fare a meno di una delle due componenti essenziali della nostra vita. D’altronde, per apparire devi essere qualcosa e per essere devi avere una forma.

Siamo come una moneta che possiede due facce, essere e apparire: essere superficiali per me significa trascurare una delle due superfici.

Un saluto da Rossella.

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